Quanto guadagnano parlamentari e deputati? La retribuzione dei parlamentari italiani è spesso oggetto di dibattito e interesse pubblico. Ci sono diverse componenti che costituiscono il reddito dei parlamentari e dei deputati, che comprendono gli stipendi, i rimborsi e le agevolazioni a loro disposizione. Gli stipendi dei parlamentari italiani sono composti da diverse voci, tra cui indennità, diaria, rimborsi e agevolazioni. Il compenso totale varia in base al ruolo e alle attività svolte.
L’indennità parlamentare è una disposizione prevista dall’articolo 69 della Costituzione Italiana, che prevede un importo complessivo di 16.160,58 euro lordi al mese. Tuttavia, nel corso degli anni, sono state adottate diverse misure di contenimento della spesa pubblica. Attualmente, i deputati ricevono uno stipendio lordo di 10.435 euro al mese per 12 mensilità. Questa cifra diminuisce a 9.975 euro al mese per coloro che svolgono un lavoro che garantisce un reddito uguale o superiore al 15% dell’indennità parlamentare.
L’importo netto mensile dell’indennità parlamentare risulta essere di circa 5.269,04 euro al mese. A questa somma si sottraggono l’IRPEF e le addizionali regionali e comunali, che variano in base al domicilio fiscale del deputato. Inoltre, si applicano ritenute assistenziali per l’assistenza sanitaria integrativa e contributi previdenziali per la pensione e l’assegno di fine mandato. Oltre all’indennità, i parlamentari hanno diritto a una diaria per le spese di soggiorno a Roma, che ammonta a 3.503,11 euro mensili. Tuttavia, questa somma può essere soggetta a decurtazioni in caso di assenze dalle sedute dell’Assemblea in cui si svolgono votazioni con il procedimento elettronico.
Il Senato offre ai suoi membri stipendi leggermente diversi rispetto alla Camera. L’indennità mensile lorda dei senatori ammonta a 10.385,31 euro, ma questa cifra si riduce a 10.064,77 euro per coloro che svolgono un’attività lavorativa in parallelo al loro mandato parlamentare. Sottraendo le ritenute fiscali, i contributi per l’assistenza sanitaria e per la pensione di fine mandato, lo stipendio netto dei senatori si attesta a 5.304,89 euro mensili.
Inizialmente, il rimborso delle “spese per l’esercizio del mandato” era fissato a 4.190 euro, ma successivamente è stato ridotto a 3.690 euro. Questo taglio è confermato almeno fino al 31 dicembre 2024. Questo rimborso è erogato direttamente al parlamentare, ma nel caso in cui il deputato decida di avvalersi di collaboratori, l’intera quota o una parte (50% o 75%) può essere destinata a uno o due assistenti. La Camera e il Senato provvedono al pagamento diretto di stipendio ed oneri fiscali e previdenziali per tali collaboratori.
Le spese di trasporto e viaggio dei deputati sono sostenute dalle casse dello Stato. Ai parlamentari sono fornite tessere speciali che consentono loro di viaggiare gratuitamente o con agevolazioni su autostrade, treni, navi e aerei per gli spostamenti di lavoro sul territorio nazionale. Inoltre, sono rimborsati i trasferimenti dal luogo di residenza all’aeroporto utilizzato per i collegamenti con Roma. Il rimborso trimestrale varia a seconda della distanza da percorrere e varia dai 3.323,70 euro ai 3.995,10 euro. Infine, è previsto un rimborso annuale di 1.200 euro per le spese telefoniche.
I rimborsi spese per i senatori seguono una struttura simile a quelli dei deputati. Essi ricevono una diaria mensile di 3.503,11 euro, sottoposta a decurtazioni in caso di assenze. Inoltre, ricevono due quote mensili di 2.090 euro ciascuna per le “spese per l’esercizio del mandato” e un rimborso di 1.650 euro per le spese generali. Anche i senatori dispongono di tessere speciali per usufruire di agevolazioni sui trasporti su autostrade, aerei, treni e navi.
Nel corso degli anni, ci sono stati diversi tentativi da parte di alcuni movimenti politici e del governo per diminuire gli stipendi dei parlamentari. Un esempio significativo è emerso nella prima legislatura in cui il Movimento 5 Stelle ha ottenuto una rappresentanza parlamentare. Sin da allora, il Movimento ha fatto della riduzione delle indennità parlamentari una delle sue priorità. Presentando una proposta di legge per dimezzare almeno le indennità, i membri del Movimento 5 Stelle hanno cercato di mostrare il loro impegno per una politica in linea con le aspettative dei cittadini.
Anche nel 2011, durante il governo guidato dal Presidente del Consiglio Mario Monti, si cercò di affrontare la questione delle retribuzioni dei parlamentari. Un’apposita Commissione fu incaricata di livellare le retribuzioni degli eletti pubblici alla media europea, con l’obiettivo di creare un sistema più equo e sostenibile. Tuttavia, nonostante gli sforzi e la discussione sul tema, l’iniziativa si concluse con un nulla di fatto. Anche durante il primo governo Conte, il Movimento 5 Stelle ha presentato un’idea di stipendio per i parlamentari. In quell’occasione, propose uno stipendio base di 3.500 euro al mese, accompagnato da una diaria di 3.000 euro. Questo tentativo ha incontrato l’opposizione di altri partiti, in particolare della Lega, che non hanno sostenuto l’iniziativa. Il dibattito quindi si è concluso senza alcun cambiamento significativo nella retribuzione dei parlamentari.