Home » Economia » Riformare l’Irpef e altri buoni propositi per il 2021

Riformare l’Irpef e altri buoni propositi per il 2021

Categorie Economia
Vuoi leggere tutti gli articoli del network (oltre 10.000) senza pubblicità?
ABBONATI A 0,96€/SETTIMANA

Dopo l’intervista del ministro dell’economia Gualtieri al giornale Repubblica, il dibattito della politica italiana si è spostato sulla riforma dell’Irpef. Quali sono le proposte del ministro? Cosa ne pensano gli esperti? Risponderemo a queste domande nel corso di questo articolo, dopo aver approfondito questa imposta tanto discussa.

Irpef: cos’è?

Irpef è l’acronimo di Imposta sul reddito delle persone fisiche. E’ l’imposta regina del sistema fiscale italiano, in quanto contribuisce, con oltre 180 miliardi, a più di un terzo delle entrate dovute alle imposte. I soggetti che sono soggetti al pagamento dell’Irpef sono tutti coloro i quali posseggono un reddito. E’ proprio questo criterio che permette a quest’imposta di abbracciare una platea molto vasta, con oltre 40 milioni di italiani. Nello specifico, si possono verificare nella tabella successiva tutte le sfumature della definizione di reddito:

L’Irpef è un‘imposta progressiva, quindi l’aliquota che si applica alla base imponibile varia in base a degli scaglioni di reddito:

L’imposta che si calcola secondo la tabella sopra riportata, non è altro che l’importo lordo dell’imposta: bisogna infatti considerare la giungla di detrazioni e deduzioni che è possibile applicare a questa cifra in modo tale da avere l’Irpef netta. La differenza tra detrazioni e deduzioni, sta nel momento del calcolo dell’Irpef in cui vengono applicate. Le detrazioni si applicano sul valore lordo, mentre le deduzioni si applicano sul reddito prima di applicare l’aliquota Irpef. Questi meccanismi contribuiscono alla progressività dell’imposta in quanto decrescono al crescere del reddito, in modo tale da sostenere i redditi medio-bassi.

Le deduzioni e le deduzioni sono così articolate e varie che è addirittura possibile circoscrivere un’area, la “no tax area“, entro cui il soggetto non deve pagare l’imposta:

la no tax area varia a seconda delle diverse categorie di contribuenti: è pari a circa 8.145 euro per i lavoratori dipendenti, a circa 8.130 per i pensionati, a 4.800 per i lavoratori autonomi. Tenendo conto anche delle detrazioni per familiari a carico, la no tax area per una famiglia monoreddito formata da due genitori e due figli è di circa 16.340 euro. L’azzeramento dell’Irpef porta con sè quello delle relative addizionali regionale e comunale.

Riformare l’Irpef: la proposta di Gualtieri

Il ministro afferma:

Per il 2021 il governo sta lavorando al taglio delle tasse, a partire dall’Irpef. Personalmente apprezzo il modello tedesco, progressivo con aliquota continua

Che intende il ministro? Il sistema italiano, a differenza di quello tedesco, presenta un’aliquota progressiva in base a degli scaglioni, come sopra riportato. Ogni scaglione ha un’aliquota che lo caratterizza, ma questa si applica solo alla parte che eccede dallo scaglione inferiore (vedi sopra).

Nel modello tedesco ad aliquota continua invece, l’aliquota viene calcolata tramite una formula matematica, ed è quindi variabile in base alla base imponibile. Per evitare che l’imposta assorba tutto il reddito, vengono fissati dei valori massimi che ogni fascia di reddito deve versare allo Stato. Anche in Italia, fino al 1973, era presente un’imposta ad aliquota continua, la cosiddetta “imposta complementare progressiva sul reddito” e si calcolava mediante la formula: y = 0,023025Vx – 0,0000472x + 0,00874

All’interno dell’intervista, Gualtieri afferma che il taglio dell’Irpef, in realtà già avviato quest’anno, verrà finanziato con una riforma delle detrazioni e dei bonus dannosi per l’ambiente.

La risposta di Cottarelli

Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio dei conti pubblici, sempre su Repubblica, risponde al ministro. Affronta il tema della riforma dell’Irpef su tre aspetti:

  1. Il passaggio al modello tedesco
  2. Complessità del sistema di tassazione italiano
  3. Finanziamento del taglio dell’Irpef

Il modello tedesco non conviene

Il sistema tedesco che il ministro apprezza, sembra molto differente da quello italiano, ma in sostanza si somigliano molto. Infatti la tassazione media (che è quella che interessa al contribuente) per ogni livello di reddito cresce progressivamente in modo molto simile in entrambi i paesi. Piuttosto che passare al modello tedesco, più complicato, se il governo intende aumentare la progressività basta diminuire il numero di scaglioni di reddito

Il direttore cita la tassazione media. Si riferisce al’aliquota media, calcolata (come si precisa anche nell’articolo di Repubblica) come rapporto tra imposta netta e reddito imponibile.

Successivamente Cottarelli parla dell’ingiusto sistema di tassazione italiano, affermando che nello scegliere tra la flat tax che agevola i redditi alti e la fiscalità odierna che da più attenzioni ai redditi medio-bassi, preferirebbe un taglio proporzionale delle tasse per tutte le fasce di reddito.

La semplificazione è la vera riforma

Sul secondo aspetto evidenziato da Cottarelli, egli afferma:

La pù grande riforma dell’Irpef è la sua semplificazione, non tanto per il numero delle aliquote quanto per il numero esorbitante di deduzioni, detrazioni e bonus

Il direttore critica dunque la persistente “politica dei bonus” del governo, che nel 2020 ha toccato l’apice, grazie a tutte le agevolazioni e i sussidi all’interno dei Decreti Cura Italia, Rilancio e Agosto.

Finanziare il taglio

Il taglio dell’Irpef deve essere attuato attraverso coperture credibili e permanenti e non con le risorse che verranno messe a disposizione dall’Europa con il Recovery Fund a partire dal 2021.

L’argomento al quale si riferisce il direttore, (approfondito su Finance qualche giorno fa) riguarda il finanziamento di una riforma che ha degli effetti permanenti con delle risorse che verranno fornite all’Italia una tantum.

Conclusioni

In conclusione, la riforma dell’Irpef sventolata da Gualtieri sembra più lontana e complicata di quanto sembri. Essa è solo uno dei tanti elementi all’interno di un processo più generale di semplificazione del sistema-Italia e quindi il va inserita all’interno di una revisione complessiva delle tasse e delle imposte del nostro paese.

Link utili per approfondire l’argomento:

Lascia un commento