Nelle ultime settimane non si parla d’altro: il governo Italiano ha finalmente approvato la nota di aggiornamento al DEF (Documento di Economia e Finanza), in sigla la NaDEF. Si tratta di un momento importante nella vita politica ed economica del Belpaese. Ormai è noto, il nostro ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria, dopo settimane passate a difendere un rapporto Deficit/Pil Nominale all 1.6% ha infine accettato controvoglia il 2,4 % imposto dalla combo dei due vice premier Salvini e Di Maio.
Si parlava, riguardo l’accettazione del 2,4% nel DEF da parte di Tria di sue possibili dimissioni. A quanto pare, dopo un lungo colloquio telefonico intercorso il 28 settembre durante il concerto di Ennio Morricone, in onore ai 90 anni di carriera del grande compositore, fra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il ministro Tria, quest’ultimo si sia finalmente convinto a rimanere.
Personalmente, pagherei oro per sapere cosa i due si siano detti mentre magari in sottofondo passava la musica di “La chiamavano Trinità”.
Dopo questo breve excursus, passiamo ai fatti. La Nota di aggiornamento al DEF è stata approvata e verrà pubblicata presto integralmente.
Ecco il testo dei primi punti, dal sito del Governo.
In primis, nel comunicato stampa, vengono esposti immediatamente le riforme volute dai due vice premier. Un posto di rilievo viene dato agli aumenti IVA previsti del 2019 che vengono, se così si può dire, “cancellati”. Fatto curioso: gli aumenti non sarebbero infatti decisi dal governo ma farebbero parte del pacchetto delle clausole di salvaguardia dell’Unione Europea che scatterebbe nel momento in cui si trovino 12,5 miliardi nel 2019 e 19,1 miliardi di euro di copertura nel 2020. Con questa “manovra” grazie al deficit sono riusciti a trovarne 13,6 per finanziare tutto. Staremo a vedere.
Insomma, sulla carta tutto ciò che era da fare sta per essere eseguito. Tutto questo però innalzando dopo anni di andamento al ribasso del rapporto Deficti/Pil al 2,4%. Riguardo al superamento della legge Fornero c’è da fare qualche piccola osservazione.
Si osserva sul mercato, e quindi secondo evidenze empiriche, che non sempre al pensionamento di un lavoratore anziano segue l’assunzione di un giovane. Questa è, la cosiddetta “lump of labour”, ossia la teoria che ci sia una quantità fissa disponibile di posti di lavoro.
Secondo studi condotti da Tito Boeri il dato si attesta attorno all 1:5, servono cioè 5 pensionati per far trovare lavoro ad un giovane. Questo perché nel corso degli anni il lavoro che svolgeva il 65enne magari non esiste più. Fatti empirici però spostano questo dato attorno al 1:3. La teoria del Lump of Labour d’altronde è conosciuta agli addetti ai lavori come Lump of Labour Fallacy (Llf), è dunque risaputa la sua fallacia. D’altra parte è anche vero il contrario: l’assunzione di lavoratori 55enni non toglierà posti di lavoro a giovani preparati.
Attenzione, non si vuole qui dare risposte certe a quello che sarebbe gestire la osa pubblica. In tal caso non saremmo qui ma probabilmente in qualche circolo cittadino di partito. No, quello che si vuole far notare è che comunque l’intuizione di base da parte del ministro Salvini c’è ma, come dice Stiglitz, parafrasandolo, forse si eviterebbero molti danni se ci fossero politici preparati. L’intuizione c’è, ma ridotta dalle 3 alle 5 volte.
Per gli altri punti si è già discusso tanto, in particolare su flat tax e reddito di cittadinanza.
E’ questa la parte derivante dal recente crollo del ponte Morandi. Sempre auspicabile uno snellimento della burocrazia che non fa mai male.
Questi sono punti un po’ generali su cui non intendo soffermarmi molto. Aspetterò la pubblicazione definitiva, a cui seguirà articolo, della naDEF per poter definire un commento vero a riguardo.