Il Meccanismo Europeo di Stabilità è l’ennesimo escamotage ideato dai tedeschi per rubare i soldi agli onesti cittadini italiani. Questa è una delle più diffuse bufale che circolano sul MES (o ESM a seconda della lingua che preferite). Le teorie complottiste sul MES provengono ovviamente soprattutto da forze anti-europee e puntano il dito, in particolare, sul premier Conte.
La prima bufala è anche la più facile da sbugiardare. L’Italia è il terzo Paese per ammontare del contributo versato al fondo con circa 14 miliardi dei 125 previsti. Guidano la classifica Germania e Francia con 27 (di 190 sottoscritti) e 20 (su 142) miliardi. La cosa che più fa apparire come insensata la bufala è che nessuno di questi due Paesi rischia di aver bisogno di aiuti da parte del MES.
Il nostro Paese, al contrario, è in una situazione costantemente delicata. L’immenso rapporto debito/PIL rappresenta un elemento di forte (e fondata preoccupazione). Inoltre, le previsioni per il prossimo triennio, dicono che il rapporto sfiorerà il 140%.
I prestiti concessi dal MES sono tutti caratterizzati da una lunga durata. Questi finanziamenti sono chiaramente offerti a un tasso inferiore a quello che si avrebbe in una contrattazione sul mercato. La Grecia ha recentemente ricevuto aiuti dall’Europa e ha pagato interessi a un tasso inferiore al 2%. Inoltre, il MES funge da paracadute in quanto rappresenta il prestatore di ultima istanza dell’Eurozona. Il fondo ha un capitale di oltre 700 miliardi di Euro ed è il maggiore emittente di obbligazioni nella nostra moneta.
Come spesso accade, questa bufala parte da un qualcosa di vero ma lo distorce e addobba di dettagli inventati. La situazione del debito pubblico italiana è pessima come noto a chiunque abbia superato l’età in cui è salutare credere a Babbo Natale. Detto questo, l’Italia può comunque accedere agli aiuti del MES: esistono infatti due strade percorribili e una di questa è “agibile” per l’Italia. Questa procedura si chiama Enhanced Conditions Credit Line ed è utilizzabile dagli Stati che non rientrano nei limiti imposti per il debito pubblico. Con l’ECCL allo Stato non viene chiesta una ristrutturazione del debito ma è previsto un memorandum of under standing nel caso in cui il debito sia ritenuto non sostenibile.
Non proprio. Il MES ha un Consiglio dei governatori presieduto da un presidente e composto dai ministri economia dei Paesi membri. Ogni ministro a sua volta nomina un direttore e un direttore supplente, che vanno a comporre il Consiglio dei direttori. In sostanza, chi controlla il MES sono i vari Stati. Inoltre, le trattative per definire la riforma del meccanismo sono state condotte tra i governi dei vari Paesi. Benché questi colloqui non siano pubblici, già dal dicembre scorso era possibile trovare i principali dettagli degli stessi sul sito del Consiglio europeo.
Secondo diverse forze politiche, il premier Conte ha firmato delle carte senza passare per il Parlamento e quindi “tradendo” il suo mandato. Ovviamente questo appare difficile già a partire dal fatto che la riforma non ha ancora superato la fase di approvazione. La firma è prevista per dicembre 2019. Inoltre, a giugno Conte ha riferito in Parlamento sullo stato dei colloqui per la riforma. Insieme a questo va notato che il 27 novembre, il ministro Gualtieri riferirà (su sua richiesta) in merito alla riforma.