La recente assegnazione del premio Nobel per l’Economia a Paul Milgrom e Robert B. Wilson ha fatto scoprire a tanti appassionati la teoria delle aste. Qui cercheremo di spiegare una delle aste più famose ossia l’asta inglese.
La teoria delle aste è una branca dell’economia applicata che si occupa di come le persone agiscono nei mercati delle aste e ricerca le proprietà dei mercati delle aste. Esistono molti progetti possibili (o insiemi di regole) per un’asta e le problematiche tipiche studiate dai teorici delle aste includono l’efficienza di un determinato progetto d’asta, strategie di offerta ottimali e di equilibrio e il confronto dei ricavi.
Gli applicazioni pratiche più famose della teoria delle aste riguardano la privatizzazione di società del settore pubblico o la vendita di licenze per l’uso dello spettro elettromagnetico.
Le aste sono caratterizzate come transazioni con una serie specifica di regole che dettagliano l’allocazione delle risorse in base alle offerte dei partecipanti. Sono classificati come giochi con informazioni incomplete perché nella stragrande maggioranza delle aste, una parte possiede informazioni relative alla transazione che l’altra parte non possiede (ad esempio, gli offerenti di solito conoscono la loro valutazione personale dell’oggetto, che è sconosciuta al altri offerenti e il venditore).
Un’asta inglese è un’asta aperta con offerta crescente e si svolge come segue:
L’esempio tipico dell’asta inglese è la vendita delle opere d’arte.
A differenza delle aste con offerta sigillata (come l’asta con offerta sigillata al primo prezzo o l’ asta Vickrey ), un’asta inglese è “aperta” o completamente trasparente, poiché l’identità di tutti gli offerenti viene divulgata l’un l’altro durante l’asta. Più in generale, un meccanismo d’asta è considerato “inglese” se implica un processo iterativo di aggiustamento del prezzo in una direzione sfavorevole per gli offerenti.
L’asta inglese può presentare alcuni problemi per il venditore.
Ipotizziamo che ci siano solo 2 offerenti per il medesimo bene e che i due soggetti abbiano una valutazione molto diversa dello stesso.
Ipotizziamo che il primo soggetto valuti il bene 10 e il secondo valuti il bene 100. Se il rilancio minimo dell’asta fosse di uno il secondo offerente potrebbe portarsi a casa il bene per 11 avendo un grande surplus del consumatore. Il risultato non sarebbe ottimale per il venditore che dovrebbe accontentarsi di un incasso inferiore alla valutazione massima del bene.
Per risolvere questo problema tipicamente viene fissato un valore minimo di vendita.
L’asta inglese ha alcune varianti meno famose ma molto utili in determinati contesti.
In un’asta scozzese (o anche asta con intervallo di tempo), tutte le offerte devono essere completate entro un certo intervallo di tempo.
Un’asta meno regolamentata in cui gli offerenti non sono vincolati alle loro offerte (quindi possono ritrattare) e il venditore è libero di accettare o rifiutare qualsiasi offerta fatta.
Questo sistema d’asta è talvolta chiamata asta svedese, termine originariamente utilizzato da un giornalista inglese che scriveva articoli sul mercato immobiliare svedese.