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Top Finance 2020: le principali notizie di Economia e Finanza

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In questo anno particolare, Finance ha provato tenervi compagnia e aggiornarvi su tutte le novità in ambito economico e finanziario. Le novità dal mondo politico e dei mercati non sono state poche: abbiamo raccontato le vicende europee, Recovery Fund, scelte discutibili e altre invece che ci hanno emozionato. Ripercorriamo questo 2020, con le nostre principali notizie in ordine puramente temporale.

Top Finance 2020: Facciamo chiarezza sui debiti di guerra della Germania

Una lettura superficiale dei libri di storia ha permesso che molta gente fraintendesse ciò che è successo nella Conferenza di Londra del 1953.

Essi affermano che i debiti della Germania furono tagliate di circa il 50% e la questione è tornata a galla a marzo.

Mentre l’Eurogruppo si riuniva e si discuteva della possibilità di inserire gli Eurobond come pacchetto di aiuti a favore dei paesi più colpiti dal Covid è cominciata questa battaglia “ideologica”.

Abbiamo fatto chiarezza tenendo conto della politica di de-industrializzazione della Germania:

  • Un gran numero di industrie civili vennero smantellate per essere trasportate in Francia e nel Regno Unito o semplicemente distrutte;
  • Nel 1950, sono state rimosse le apparecchiature da 706 impianti manufatturieri nell’ovest e la capacità di produzione dell’acciaio era stata ridotta di 6.700.000 tonnellate;
  • In molti Paesi le vittime di guerra vennero compensate con le proprietà espropriate dai tedeschi che vennero espulsi dopo la seconda guerra mondiale;
  • Gli Stati Uniti si presero tutte le tecnologie e il know-how scientifico tedesco, nonché tutti i brevetti e molti eminenti scienziati della Germania (operazione Paperclip)

Queste “acquisizioni” vennero valutate in 10 miliardi di dollari dell’epoca e altre riparazioni avvennero sottoforma di lavoro forzato, in Unione Sovietica, Francia, Regno Unito, Belgio e nella Germania sotto controllo americano. Nel 1953 alla conferenza di Londra semplicemente si tennero in considerazioni questi fatti e si decise di considerarli a parziale compensazione dei debiti di guerra.

Debiti di guerra della Germania

Top Finance 2020: E se l’Italia decidesse di uscire dall’euro?

Durante i negoziati in Europa per gli aiuti economici, ha fatto scalpore una dichiarazione del premier Giuseppe Conte: “ammorbidire le regole o faremo senza la Ue”. Così tra i sovranisti ha sempre più preso piede l’idea dell’uscita dall’Europa e dalla zona Euro. Abbiamo così dimostrato il perché questa operazione può essere pericolosa ed in più molto dannosa.

Lo abbiamo fatto facendo riferimento riportando delle affermazioni di Mario Draghi a proposito dei flussi del Target2. Essi sono i flussi delle transazioni monetarie che avvengono all’interno dell’Unione Europea.

Qualora uno Stato volesse abbandonare l’eurosistema, dovrebbe prima sistemare la situazione all’interno del Target 2. In poche parole quindi l’Italia dovrebbe versare alla BCE il debito meno la percentuale di debito proporzionata al capitale della BCE posseduto dall’Italia (circa il 14%).

Saldare questo debito, denominato in euro, emettendo nuove lire non pare una buona idea. Aumentare l’offerta di moneta ne fa diminuire il valore quindi il debito nominalmente continuerebbe ad aumentare.

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Ecco il Target 2

Top Finance 2020: Quanto si risparmia con il taglio del numero dei Parlamentari?

Dopo il lockdown generalizzato, non con poche polemiche, il 20 settembre è stato approvato il Referendum inerente al taglio dei parlamentari.

La propaganda ha fatto leva sulla pancia degli elettori promettendo un importante risparmio sulla Spesa Pubblica e che, noi stessi, abbiamo smentito attraverso i dati.

Assodato che il risparmio si calcola sul salario netto del singolo parlamentare (in quanto le ritenute fungono da semplice partita di giro per le casse dell’Erario), abbiamo dimostrato che il risparmio netto annuo ottenuto ammonta a circa 37 milioni per la Camera e 20 milioni per il Senato, quindi per un totale di 57 milioni di euro all’anno. I dati stimati considerati, sono stati rilevati dall’OCPI e, se li rapportiamo al peso complessivo della Spesa pubblica si giunge ad un cifra significativamente bassa: pari appena allo 0,007% all’anno.

Roma, votazione della fiducia al Senato per il nuovo governo Monti. Nella l’aula di Palazzo Madama

Top Finance 2020: La politica economica di Donald Trump: riassunto delle misure

Il 2020 è stato uno degli anni che passeranno alla storia come uno dei momenti più bui della politica degli Stati Uniti.

Facciamo riferimento alle elezioni che hanno visto come protagonisti il Presidente uscente Donald Trump come candidato per i Repubblicani e Joe Biden come candidati per i Democratici. Il vincitore è stato il Dem ed è partita la battaglia legale di Trump che denuncia dei brogli.

Così, dopo i cinque anni di amministrazione di The Donald è arrivato il momento di tirare le somme sul suo operato:

  • Ha effettuato un taglio alla tassazione sulle imprese: dal 35% al 21%, per rendere i colossi americani maggiormente competitivi sul mercato mondiale;
  • Sgravi fiscali per l’82% di famiglie della classe media; 
  • Ulteriori 1000$ in credito di imposta per ogni figlio in sgravi fiscali per i genitori che lavorano; 
  • Semplificazione del deposito fiscale raddoppiando la detrazione standard; 
  • Riduzione delle tasse per le LLC (società a responsabilità limitata) del 20%;
  • Alleggerito l’onere fiscale per oltre 500 aziende, che hanno usufruito di bonus per aumentare il salario di 4,8 milioni di lavoratori:
  • Aumentato la soglia in materia di beni ereditati (dal 5,5% al 10%);
  • Revisione della Dodd-Frank;
  • Dazi doganali sulle importazioni di beni in arrivo da altri Paesi. 
Politica economica di Trump

Quali sono stati gli effetti?

Il Pil Usa è cresciuto costantemente dopo l’approvazione dell’ARRA di Obama, ed era ancora in crescita immediatamente prima dell’approvazione della riforma fiscale trumpiana.

Inoltre, i dazi imposti alla Cina hanno portato ad un accordo firmato a Gennaio in cui il Paese asiatico incrementerà le importazioni dagli USA di prodotti agricoli e si impegnerà in una serie di investimenti nel settore energetico per revocare dei dazi per un controvalore di 160 miliardi. Anche le forti perdite occupazionali nel settore manifatturiero a causa di questa politica protezionistica sono un dato da non sottovalutare.

Studiare in Italia è un buon investimento?

Infine, abbiamo raccolto dei dati sull’occupazione e sulla retribuzione media. Considerando i dati OCSE abbiamo notato che nella fascia 25-34 l’occupazione di chi ha la licenza elementare supera quella della fascia di età 15-64 per pari livello di istruzione. Ancora una volta si conferma che i giovani italiani studino troppo poco.

Dopo aver visto che la laurea riduce la possibilità di essere disoccupato siamo passati a controllare la retribuzione media lorda per titolo di studio.

Studiare di più porta a guadagnare di più ma abbiamo rilevato anche un altro dato. Pare infatti che i diplomati guadagnino mediamente di più rispetto a chi risulti in possesso della laurea triennale.

Su questo dato esiste un forte bias infatti bisogna considerare che le lauree triennali sono relativamente giovani e pertanto coloro che possiedono questo titolo non hanno ancora raggiunto gli scatti di anzianità.

Non tutte le Università garantiscono gli stessi livelli di reddito ma in questo caso la colpa non è solo degli atenei ma anche della loro ubicazione.

È palese notare la discrepanza tra le Università del nord che sono situate in un contesto economico più dinamico e le Università del sud.

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Studiare in Italia conviene?

Conviene studiare di più?

Abbiamo quindi concluso che il mondo del lavoro sta cambiando e i lavori più umili saranno sempre meno necessari a fronte di una domanda crescente di lavori qualificati.

In definitiva, è necessario studiare di più per ridurre la possibilità di essere disoccupato e per aumentare le entrate totali nel periodo lavorativo è sempre più necessario.