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Cinque bufale sul MES che di sicuro hai sentito

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Il Meccanismo Europeo di Stabilità è l’ennesimo escamotage ideato dai tedeschi per rubare i soldi agli onesti cittadini italiani. Questa è una delle più diffuse bufale che circolano sul MES (o ESM a seconda della lingua che preferite). Le teorie complottiste sul MES provengono ovviamente soprattutto da forze anti-europee e puntano il dito, in particolare, sul premier Conte.

Il MES serve a finanziare le banche tedesche e francesi

La prima bufala è anche la più facile da sbugiardare. L’Italia è il terzo Paese per ammontare del contributo versato al fondo con circa 14 miliardi dei 125 previsti. Guidano la classifica Germania e Francia con 27 (di 190 sottoscritti) e 20 (su 142) miliardi. La cosa che più fa apparire come insensata la bufala è che nessuno di questi due Paesi rischia di aver bisogno di aiuti da parte del MES.

La distribuzione del capitale del MES, l’Italia detiene il 17.78% delle quote totali, avendo sottoscritto 125.34 miliardi di euro. Fonte: commons.wikimedia.org

Il nostro Paese, al contrario, è in una situazione costantemente delicata. L’immenso rapporto debito/PIL rappresenta un elemento di forte (e fondata preoccupazione). Inoltre, le previsioni per il prossimo triennio, dicono che il rapporto sfiorerà il 140%.

Il MES porterà l’Italia nel baratro

I prestiti concessi dal MES sono tutti caratterizzati da una lunga durata. Questi finanziamenti sono chiaramente offerti a un tasso inferiore a quello che si avrebbe in una contrattazione sul mercato. La Grecia ha recentemente ricevuto aiuti dall’Europa e ha pagato interessi a un tasso inferiore al 2%. Inoltre, il MES funge da paracadute in quanto rappresenta il prestatore di ultima istanza dell’Eurozona. Il fondo ha un capitale di oltre 700 miliardi di Euro ed è il maggiore emittente di obbligazioni nella nostra moneta.

L’Italia finanzia il MES ma non potrà usufruirne

Come spesso accade, questa bufala parte da un qualcosa di vero ma lo distorce e addobba di dettagli inventati. La situazione del debito pubblico italiana è pessima come noto a chiunque abbia superato l’età in cui è salutare credere a Babbo Natale. Detto questo, l’Italia può comunque accedere agli aiuti del MES: esistono infatti due strade percorribili e una di questa è “agibile” per l’Italia. Questa procedura si chiama Enhanced Conditions Credit Line ed è utilizzabile dagli Stati che non rientrano nei limiti imposti per il debito pubblico. Con l’ECCL allo Stato non viene chiesta una ristrutturazione del debito ma è previsto un memorandum of under standing nel caso in cui il debito sia ritenuto non sostenibile.

Il MES agisce senza controllo e alle spalle degli Stati

Non proprio. Il MES ha un Consiglio dei governatori presieduto da un presidente e composto dai ministri economia dei Paesi membri. Ogni ministro a sua volta nomina un direttore e un direttore supplente, che vanno a comporre il Consiglio dei direttori. In sostanza, chi controlla il MES sono i vari Stati. Inoltre, le trattative per definire la riforma del meccanismo sono state condotte tra i governi dei vari Paesi. Benché questi colloqui non siano pubblici, già dal dicembre scorso era possibile trovare i principali dettagli degli stessi sul sito del Consiglio europeo.

Conte ha firmato un accordo in segreto

Secondo diverse forze politiche, il premier Conte ha firmato delle carte senza passare per il Parlamento e quindi “tradendo” il suo mandato. Ovviamente questo appare difficile già a partire dal fatto che la riforma non ha ancora superato la fase di approvazione. La firma è prevista per dicembre 2019. Inoltre, a giugno Conte ha riferito in Parlamento sullo stato dei colloqui per la riforma. Insieme a questo va notato che il 27 novembre, il ministro Gualtieri riferirà (su sua richiesta) in merito alla riforma.